Finalmente è tornata a casa, insieme allo splendido reliquiario d’argento che la conserva, un’immaginetta seicentesca di San Gennaro, legata ad un episodio avvenuto nel 1635 nel Conservatorio della Nobile Arte della Seta di Napoli e ritenuta persa dagli anni Settanta.
Lo scorso 16 dicembre, solo qualche ora dopo lo scioglimento del sangue di San Gennaro, nella chiesa dei ss. Filippo e Giacomo, in via San Biagio dei Librai 118, si è tenuta la solenne cerimonia co-presieduta da padre Gervais Nsama e mons. Vincenzo Papa, durante la quale l’immaginetta seicentesca raffigurante il santo patrono di Napoli è stata esposta e ricollocata nella nicchia della seconda cappella laterale sul lato sinistro della navata che custodisce le tele di Lorenzo De Caro: Decollazione di San Gennaro (1757/59 ca) e San Gennaro in Gloria.

L’immaginetta di San Gennaro e l’incendio nel Conservatorio dell’Arte della Seta (1635)

L’immaginetta, ritrovata e custodita per anni dallo stesso mons. Enzo Papa, presenta i bordi inceneriti: a essa, infatti, è ricondotto l’episodio di un miracolo avvenuto nel Conservatorio dove erano tenute le Figliole dell’Arte della Seta, figlie degli iscritti alla nobile e ricca Corporazione di mercanti, tintori, e tessitori di seta, al fine di scampare ai pericoli della strada in caso di caduta in disgrazia della famiglia.
Un incendio, dalle ignote cause, si propagĂ² all’interno del Conservatorio nel 1635, quando la chiesa attigua ad esso era ancora in costruzione: si legge nel testo di Girolamo Maria Di Sant’Anna, Istoria della Vita, VirtĂ¹, e Miracoli di S. Gennaro Vescovo e Martire, che «non bastando mezzi umani per estinguerlo, vi fu gettata una Immagine di carta del Santo la quale non solamente estinse subito il fuoco, ma di piĂ¹ l’istessa Figura restĂ² in tutto illesa dalle fiamme senza niente bruciarsi». La Curia Arcivescovile ne decretĂ² immediatamente il miracolo. All’inizio degli anni Settanta, tuttavia, si persero le tracce dell’immaginetta in questione, che fino ad oggi si è creduta persa.

 Pensate quale gioia e quale sorpresa per me – racconta Massimo Faella, Presidente di Respiriamo Arte APS, che ha riaperto la vicina chiesa di santa Luciella, a lungo impegnato nella ricostruzione della storia della Corporazione dell’Arte della Seta di Napoli – scoprire durante una visita guidata che l’immaginetta non era mai andata perduta ma accuratamente custodita da don Enzo Papa fin dagli anni Settanta.
La cerimonia si è tenuta in una data doppiamente significativa: il 16 dicembre, infatti, il popolo attende fiducioso il terzo e ultimo prodigio annuale del Santo Patrono; in questa stessa data, inoltre, ben oltre trecento anni fa, fu estinto miracolosamente l’incendio di cui l’immaginetta sacra conserva ancora memoria.














